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Anna Maria Luisa De’ Medici

Firenze, 11 luglio1667 – Firenze, 18 febbraio 1743

Unica figlia femmina del granduca Cosimo III e della principessa Margherita Luisa d’Orléans, fu l’ultima rappresentante della casata
fiorentina dei Medici e principessa elettrice del Palatinato, titolo acquisito sposando nel 1690 a Innsbruck il principe elettore del
Palatinato Giovanni Carlo Guglielmo I. Dopo essere rimasta vedova e senza eredi, ella tornò a Firenze dove visse fino alla morte avvenuta nel 1743 e con lei si estinse la linea primogenita dei Medici. Cosimo III, ormai rassegnato all’estinzione della casata, tentò di disporre che il trono passasse
proprio ad Anna Maria Luisa ma la mossa fu bloccata dal veto delle potenze europee e così, dopo guerre e trattati, il granducato finì definitivamente nelle mani della dinastia franco austriaca degli Asburgo – Lorena. Tuttavia è grazie al testamento di Anna Maria Luisa che lo stato toscano ereditò il vastissimo patrimonio artistico che ora noi possiamo ammirare custodito nei musei.

LA MODA FEMMINILE NELLA CORTE ITALIANA NELLA SECONDA METÀ DEL ‘600
La moda femminile di questo periodo ebbe per modello la potente Francia di Luigi XIV sebbene gli abiti delle donne fossero meno stravaganti di quelli maschili. La femminilità riconquistata nella prima metà del secolo si esasperò grazie all’utilizzo di lunghi corsetti costrittivi atti a rendere la vita strettissima. La parte anteriore del corsetto, più rigida e pronunciata del resto, veniva di solito realizzata con l’osso di balena.
Attorno al 1680 le profonde e generose scollature si ridussero notevolmente assumendo una forma quadrata e fece la sua comparsa lo
Stomacher staccabile, una pettorina riccamente ricamata o abbellita con nastri incrociati detti Echelles, che poteva essere staccato e montato su
altri abiti. L’abito di corte per eccellenza prese il nome di Manteau o Mantova e forse trasse il suo nome dalla città italiana dove venivano tessute molte delle ricche stoffe impiegate per realizzare questo modello. La caratteristica principale di questo indumento era costituita dal fatto che sia la sottogonna che il corpetto (ovvero il Manteau) venissero tagliati dallo stesso lembo di tessuto andando a costituire un corpo unico. Il Manteau, quasi sempre dotato di strascico, veniva poi rimboccato e fissato sulla parte posteriore a formare un effetto drappeggiato che mostrasse la ricca fodera a contrasto. Sotto il corpetto non vi erano sostegni bensì molte sottogonne e soltanto in seguito dei “sederotti” imbottiti chiamati Bouffantes.
Le maniche scendevano di poco sotto il gomito, bordate da una profusione di pizzi detti Engageantes. Le bambine sotto i cinque anni d’età, come nel caso di Anna Maria Luisa ritratta dal Sustermans, indossavano in questoperiodo gonne lunghe, corpetti e grembiulini bianchi e ricamati, una variante
della tunica abbottonata da alamari di passamaneria molto diffusa nel secolo precedente. Rimasero invece le Dande, strisce di stoffa attaccate
alla spalle del bambino, aventi la funzione di supporto nell’insegnamento dei primi passi prima e in seguito esclusivamente a scopo decorativo.

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